Risorse per la rigenerazione urbana: un processo legislativo non lineare
Il 30 dicembre 2021 è stato pubblicato un decreto (pubblicato in Gazzetta il 7 gennaio 2022) relativo ai “Contributi ai Comuni da destinare a investimenti in progetti di rigenerazione urbana anni 2021-2026” e l’informazione è arrivata attraverso un Comunicato Stampa del Ministero dell’Interno (del 31 dicembre).
Con questo atto vengono individuati i Comuni beneficiari e l’ammontare del contributo attribuito a ciascun ente è stato determinato a favore dei Comuni che presentano un valore più elevato dell’indice di vulnerabilità sociale e materiale (IVSM).
Ma per l’origine di queste risorse dobbiamo tornare al 27 dicembre 2019, quando il cosiddetto disegno di legge “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022” è stato convertito in Legge.
La norma prevedeva che:
Per ciascuno degli anni dal 2021 al 2034, sono assegnati ai comuni contributi per investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché’ al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale, nel limite complessivo di 150 milioni di euro per l’anno 2021, di 250 milioni di euro per l’anno 2022, di 550 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024 e di 700 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2025 al 2034.
art. 1 comma 42 L. 27 dicembre 2019, n. 160
Ma per attuare realmente questa norma abbiamo dovuto aspettare 2 anni e non è ancora finita.

Come ricorderete, dal 2019 abbiamo visto le bozze di due diversi Piani di Ripresa e Resilienza (quello di Conte e quello di Draghi).
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza “definitivo” è stato pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio il 5 maggio 2021 (per poi confluire su un sito ad hoc (Italia Domani).
Il 13 luglio 2021 il PNRR dell’Italia è stato definitivamente approvato con Decisione di esecuzione del Consiglio, che ha recepito la proposta della Commissione europea.
In pratica, quando è stata fatta la norma sulle risorse per la rigenerazione urbana il PNRR con tutte le sue missioni, gli obiettivi, condizioni e obblighi era solo un miraggio.

Nonostante questo, le risorse e quindi le progettualità oggetto di questo articolo sono confluite nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e in particolare nella Missione 5 “Inclusione e Coesione”, Componente 2 “Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore”, Investimento 2.1 “Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale”.
In particolare, per gli anni 2021-2026 i contributi in questione ammontano complessivamente a 3.400.000.000,00 euro.
È ovvio quindi che tutte le progettualità si sono basate su schemi vecchi per poi essere riadattate ai nuovi parametri del PNRR.
Ma i progetti che magari un ente locale ha iniziato a scrivere ad inizio 2020 (o prima) verranno tutti approvati e implementati?
Non tutti dato che il ministero dell’interno ci tiene a precisare che:
“per i progetti ammessi con riserva, distintamente evidenziati nell’allegato 1, occorrerà verificare la coerenza dell’indicatore relativo alla superficie in metri quadri oggetto di intervento (target PNRR) e/o dovranno essere integrate le informazioni relative agli altri indicatori mancanti. Pertanto, i Comuni interessati sono tenuti a fornire ogni elemento utile atto a riscontrare la validità del dato inserito o, se ricorrono gli estremi, a variare il dato comunicato, entro 10 giorni lavorativi dalla pubblicazione del presente decreto in Gazzetta Ufficiale. Pertanto, in assenza di ulteriore riscontro da parte dell’ente locale interessato, si procederà alla esclusione del progetto in questione dal riparto e, conseguentemente, con successivo provvedimento allo scorrimento della graduatoria.”
Insomma, così come era prevedibile che gli enti locali riprendessero dal cassetto progetti datati, la locomotiva in corsa del PNRR non ha permesso di espletare gli standard minimi di informazione e condivisione… per non parlare di partecipazione delle comunità alle definizione delle progettualità stesse. Eppure, parliamo di norme che sono li da fine 2019.
In tutti questi mesi non c’è stato modo a livello centrale e locale di avviare pratiche di co-programmazione e co- progettazione con la società civile e la cittadinanza? Oppure un modo di veicolare le informazioni in modo semplice e trasparente?
A quanto pare no.
Informazioni poco esaustive e di difficile lettura
Se apriamo l’Allegato 1 del decreto pubblicato il 30 dicembre 2021 sul sito del Ministero dell’Interno, ci troviamo davanti ad un PDF di 29 pagine con 2418 righe e 17 colonne con delle informazioni che poco fanno capire i veri dettagli delle progettualità che verranno implementate: abbiamo le regioni, i comuni, i codici unici di progetto (CUP) ecc… ma di cosa stiamo realmente parlando non è dato saperlo.
Un primo passo per rendere più facile la consultazione di queste informazioni lo abbiamo fatto con OnData che ha convertito i PDF in dati (📖 qui i dettagli) e da questi è stata creata una visualizzazione interattiva numerica informativa.
Ad esempio, grazie a questa dashboard interattiva, con pochi click un/a cittadino/a può sapere che la città di Roma sarà beneficiaria delle risorse previste per la rigenerazione urbana per 10.318.222,38 euro per 9 diversi progetti che dovrebbero “rigenerare” 30.160.6 metri quadrati.

Oppure che nella provincia di Catanzaro ci saranno contributi per soli 2 comuni (Catanzaro e Lamezia Terme) e per due diversi progetti dal valore totale di 24.950.000,00 euro. Inoltre, grazie al collegamento diretto con OpenCup (il progetto governativo mette a disposizione tutti i dati, in formato aperto, sulle decisioni di investimento pubblico finanziati con fondi pubblici nazionali, comunitari o regionali o con risorse private registrate con il Codice Unico di Progetto) possiamo risalire ad altri dettagli (a questo link, ad esempio, per approfondire il progetto su Catanzaro).

Anche se ancora non riusciamo a rispondere alle domande del tipo:
Dove sono le planimetrie di questi progetti? Chi li ha decisi?
Le comunità che verranno impattate da questi progetti sono state consultate?
Il lavoro di OnData è prezioso per aumentare la consapevolezza della cittadinanza su cosa accadrà nel proprio commune.
Grazie ai dati aperti con le modalità spiegate qui, Guenter Richter ha creato per DatiBeneComune delle 🗺️mappe per dare maggiore chiarezza su dove verranno allocate queste risorse.
Ad esempio si nota subito che la gran parte dei progetti non ammessi a finanziamento riguarda il Nord Italia.
Questo perché, come dicevamo, la graduatoria è basata sull’Indice di Vulnerabilità Sociale e Materiale.

Conclusioni
È sconfortante vedere come, nel 2022, la pubblica amministrazione non riesca a dare contezza del suo operato con operazioni di trasparenza tutto sommato di facile applicazione.
Le organizzazioni di DatiBeneComune possono fare queste operazioni per aumentare e facilitare il livelli informativi sugli investimenti dello Stato e degli enti locali, ma la volontà di aprire i dati e renderli machine readable deve partire dalla pubblica amministrazione.
Pertanto ci permettiamo qualche raccomandazione:
- sarebbe necessario creare un database contenente tutti i dati (macro e micro) relativi ai singoli progetti di rigenerazione urbana con dati in formato aperto e riutilizzabile;
- bisognerebbe dare evidenza a tutti gli atti relativi alle fasi di programmazione, progettazione, affidamento ed esecuzione dei contratti;
- inoltre, in caso di possibili ritardi e/o incompiutezza dei progetti/opere, dare evidenza alla programmazione di suddette opere volta al loro completamento, ovvero alle soluzioni alternative quali il riutilizzo, ridimensionamento, cessione a titolo di corrispettivo per la realizzazione di altra opera pubblica, vendita o demolizione;
- provvedere ad una mappatura, anche attraverso l’utilizzo di strumenti grafico visivi, che permetta di individuare l’allocazione delle risorse stanziate per i progetti di rigenerazione urbana nei diversi municipi della città.
Non ultimo: si parla tanto della semplificazione normativa soprattutto sull’esecuzione e la messa a terra degli investimenti del PNRR, ma sarebbe utile anche semplificare i processi delle leggi. Come abbiamo visto in questa occasione, per vedere l’ultimo miglio di una norma approvata a fine 2019 abbiamo dovuto aspettare il 7 gennaio 2022… e siamo ancora lontani dal vedere i cantieri.
Di Damiano Sabuzi Giuliani, su cruscotto informativo di Andrea Borruso e mappe di Guenter Richter.