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Le nostre proposte per un migliore riutilizzo delle informazioni del settore pubblico

Nuovi passi avanti sui dati aperti in Italia. Il Governo è nella fase di trasposizione della direttiva europea sul riutilizzo delle informazioni del settore pubblico adottata nel 2019 e che introduce, tra le altre cose, il concetto di High Value Dataset.

Si tratta di quelle serie di dati di elevato valore, per la società e l’economia, che devono essere governati da regole differenti e quindi essere resi pubblici gratuitamente in formati machine-readable e tramite API.

Il Governo si è dunque rivolto al Senato per un parere sullo schema di decreto legislativo.

#DatiBeneComune non si è lasciata sfuggire l’occasione di inviare le proprie osservazioni alla Commissione Affari Costituzionali chiamata ad esprimere un parere in sede consultiva.

Molte delle nostre proposte sono state incluse nel documento finale inviato al Governo e speriamo possano essere utili per definire un testo più chiaro e completo. 

Il decreto può essere migliorato

Ecco cosa abbiamo chiesto:

  1. specificare che i provvedimenti con i quali, in ragione di “difficoltà sproporzionate”, le pubbliche amministrazioni rigettano la richiesta di mettere a disposizione i dati siano sempre motivati. 
  2. Al fine di aumentare l’offerta di dati pubblici disponibili per il riutilizzo, anche provenienti da imprese pubbliche, organizzazioni che svolgono attività di ricerca e organizzazioni che finanziano la ricerca, sia precisato, che per dati “resi pubblici” si intendono non solo quelli pubblicati ma anche quelli archiviati in una banca dati.
  3. Prevedere un termine per l’adozione, da parte dell’AgID, delle linee guida contenenti le regole tecniche per l’attuazione del decreto con le modalità previste dall’articolo 71 del Codice dell’amministrazione digitale.
  4. Prevedere esplicitamente che, in caso di violazione delle disposizioni introdotte, l’interessato possa rivolgersi al difensore civico per il digitale previsto dall’articolo 17 del Codice dell’amministrazione digitale e che si applichino le sanzioni previste dall’articolo 18-bis dello stesso Codice.
  5. Migliore definizione di interfaccia tra programmi applicativi (API), ovvero di: “insieme di funzioni, procedure, definizioni e protocolli per la comunicazione da macchina a macchina e lo scambio ininterrotto di dati”. 
  6. Prevedere espressamente che tra i dati geospaziali da rendere disponibili gratuitamente sono inclusi i dati dell’Archivio nazionale dei numeri civici delle strade urbane (ANNCSU), i dati dei codici di avviamento postale e i dati catastali.

Qui il nostro documento con tutte le note inviate.

Passo dopo passo, lavoriamo insieme per rendere tutti i #DatiBeneComune.